Rudisha, un’altra impresa mondiale a un soffio dalla leggenda
10 settembre 2011, ore 20:45 Archiviato
in:News
Due primati mondiali stagionali, una migliore
prestazione mondiale nella categoria Allievi e un
record del Meeting. Il caldo pomeriggio dello stadio
Guidobaldi rispetta la tradizione con un mezzofondo
stellare.
E anche se non è arrivato l’atteso record del mondo
del keniano masai David Rudisha sugli 800 metri, lo
spettacolo non è mancato. David conosce bene questa
pista e per il terzo anno consecutivo firma qui la
sua migliore corsa dell’anno con un 1’41”33 che
comunque rappresenta la quarta prestazione mondiale
di sempre. Velocissimi gli intermedi trainati dal
connazionale Sammy Tangui ai 400 (48”30) e
dall’olandese Bram Som ai 600 (1’14”24), ma sul
rettilineo finale Rudisha non riesce a mantenere la
spinta che serve all’impresa. Sulla scia del campione
e primatista mondiale, si esprimono al massimo tutti
quanti gli iscritti della finale A, scendendo sotto
il minuto e 45: Adam Kszczot è secondo col personale
di 1’43”30, il sorprendente diciassettenne etiope
Mohammed Aman (argento ai mondiali giovanili di Lille
2011 con 1’44”68) firma con 1’43”37 il primato
nazionale e la miglior prestazione mondiale Allievi.
Non è finita perché Alfred Kirwa Yego (Kenia) è
quarto con lo stagionale di 1’44”07, l’altro polacco
Marcin Lewandowski ottiene il suo miglior tempo del
2011 con 1’44”53, stesso crono del keniano Jackson
Kivuva, mentre l’australiano Jeffrey Riseley è
settimo col personale di 1’44”64.
Il secondo primato mondiale stagionale arriva grazie a un altro atleta degli altipiani, il ventunenne Asbel Kiprop, capace di correre i 1500 in 3’30”46, un centesimo meglio di quanto fatto da Silas Kiplagat a Monaco il 22 luglio scorso.
La lista dei primati del Meeting continua a essere riscritta edizione dopo edizione dalla martellista russa Tatyana Lysenko: la gara tutta in crescendo dell’oro di Daegu porta a 75,58 il record della riunione. La finale a lanci alternati, valevole per il circuito Challenge, regala emozioni anche sul fronte maschile, dove l’argento dei mondiali, l’ungherese Krisztian Pars s’impone con 78,77. Nella stessa competizione è terzo il capitano azzurro Nicola Vizzoni (77,19).
Vittoria italiana sulla pedana del salto in alto con Antonietta Di Martino che supera l’asticella posta a 1,96 al terzo tentativo, fallendo il successivo assalto ai 2 metri, misura del suo bronzo mondiale a Daegu. Il tricolore s’impone anche sui 110 ostacoli, grazie al successo con personale del ventiseienne atleta delle Fiamme Oro Emanuele Abate, che brucia lo statunitense Joel Brown fermando il cronometro sul tempo di 13”54.
Lazaro Borges, il cubano rivelazione nell’asta a Daegu con la sua bella medaglia d’argento, stacca tutti valicando 5,81, con Giuseppe Gibilisco rimasto a 5,51.
La gara del lungo femminile, invece, va alla russa Olga Zaytseva, che ottiene un soddisfacente 6,84.
Il doppio argento mondiale dello sprint, lo statunitense Walter Dix fa rispettare il pronostico che lo vedeva favorito nella gara dei 100: gli basta un 10”02 (vento + 0,1 m/s) per mettersi alle spalle il giamaicano Lerone Clarke (10”06) e l’ex campione del mondo Justin Gatlin (10”08). Fabio Cerutti e Simone Collio centrano la finale piazzandosi rispettivamente quinto in 10”26 e sesto in 10”32.
Il secondo primato mondiale stagionale arriva grazie a un altro atleta degli altipiani, il ventunenne Asbel Kiprop, capace di correre i 1500 in 3’30”46, un centesimo meglio di quanto fatto da Silas Kiplagat a Monaco il 22 luglio scorso.
La lista dei primati del Meeting continua a essere riscritta edizione dopo edizione dalla martellista russa Tatyana Lysenko: la gara tutta in crescendo dell’oro di Daegu porta a 75,58 il record della riunione. La finale a lanci alternati, valevole per il circuito Challenge, regala emozioni anche sul fronte maschile, dove l’argento dei mondiali, l’ungherese Krisztian Pars s’impone con 78,77. Nella stessa competizione è terzo il capitano azzurro Nicola Vizzoni (77,19).
Vittoria italiana sulla pedana del salto in alto con Antonietta Di Martino che supera l’asticella posta a 1,96 al terzo tentativo, fallendo il successivo assalto ai 2 metri, misura del suo bronzo mondiale a Daegu. Il tricolore s’impone anche sui 110 ostacoli, grazie al successo con personale del ventiseienne atleta delle Fiamme Oro Emanuele Abate, che brucia lo statunitense Joel Brown fermando il cronometro sul tempo di 13”54.
Lazaro Borges, il cubano rivelazione nell’asta a Daegu con la sua bella medaglia d’argento, stacca tutti valicando 5,81, con Giuseppe Gibilisco rimasto a 5,51.
La gara del lungo femminile, invece, va alla russa Olga Zaytseva, che ottiene un soddisfacente 6,84.
Il doppio argento mondiale dello sprint, lo statunitense Walter Dix fa rispettare il pronostico che lo vedeva favorito nella gara dei 100: gli basta un 10”02 (vento + 0,1 m/s) per mettersi alle spalle il giamaicano Lerone Clarke (10”06) e l’ex campione del mondo Justin Gatlin (10”08). Fabio Cerutti e Simone Collio centrano la finale piazzandosi rispettivamente quinto in 10”26 e sesto in 10”32.